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Lombalgia e Lomboscialtagia

Aggiornamento: 4 mar 2020




Durante lo sviluppo embrionale si crea una grandissima sovrapposizione nell’innervazione sensitiva delle varie strutture anatomiche. Di conseguenza diventa quasi impossibile per il cervello riuscire a distinguere quale sia la struttura lesionata che causa il dolore. Per esempio un danno a livello di un disco intervertebrale (protrusione, ernia) può essere percepito esattamente come se ci fosse un danno a livello muscolare o legamentoso. Il paziente non è in grado di distinguere quale sia la struttura danneggiata e gli esami (es. RMN) riescono a percepire solo alcune cose (l’RMN vede bene la lesione discale) è per cui quello che è veramente necessario è la visita di un medico ben addestrato nella cura di queste lesioni.


La lombalgia è il termine medico per indicare quello che popolarmente viene chiamato “mal di schiena” e vuol dire esattamente la stessa cosa. Questo sintomo è estremamente frequente e diffuso in quasi tutte le fasce di età. Può verificarsi dopo sforzi più o meno intensi, ma può anche insorgere senza evidenti cause scatenanti. Sia la lombalgia che la lombosciatalgia in una grande maggioranza dei casi sono dovute ad una compressione delle strutture nervose che ci sono all’interno della colonna vertebrale da parte dei dischi intervertebrali (i dischi intervertebrali sono degli ammortizzatori interposti fra una vertebra e l’altra, la loro funzione è di permettere il movimento fra le vertebre e di assorbire i colpi). Però ci sono anche altre strutture che potrebbero causare il dolore e il medico può cercare di discriminare tutte le strutture potenzialmente causa del dolore. L’approccio tradizionale a questo problema consiste nel consigliare al paziente di stare a riposo a letto e di prendere dei farmaci analgesici (di solito i cosiddetti FANS,abbreviazione di Farmaci Analgesici Non Stupefacenti, come nimesulide salicilati o simili) e miorilassanti. Questo appoccio, anche se ha una sua logica, viene considerato sempre meno adeguato alle esigenze moderne in cui vogliamo mettere i pazienti in condizione di riprendere l’attività nel modo più celere possibile. È ormai scientificamente accettato che nella lombalgia acuta la manipolazione vertebrale può essere rapidamente risolutiva; il massaggio e le terapie fisiche tradizionali (es. la TENS, abbreviazione inglese di Stimolazione Nervosa Elettrica Transcutanea), possono a loro volta essere indicate ma devono venire somministrate quando il paziente è in una fase dolorosa; non servono a nulla se usate a scopo preventivo. La correzione posturale e le ginnastiche che tendono a far rientrare la protrusione discale (tipo Mc Kenzie) sono molto efficaci. L’intervento di asportazione dell’ernia del disco può essere indicato quando ci sono evidenti lesioni nervose in atto, ma si tende a realizzarlo sempre meno se il disturbo è costituito unicamente dal dolore. L’infiltrazione peridurale con anestetico e cortisonico può essere rapidamente risolutiva nelle sintomatologie iperacute. La sciatalgia se non curata generalmente guarisce spontaneamente in 12-18 mesi.


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